Tradizioni calabresi: i fichi secchi
I fichi secchi rappresentano una di quelle specialità che non possono mancare sulle tavole dei calabresi durante le festività natalizie. Vengono prodotti soprattutto nel cosentino, territorio in cui la pianta ha trovato il suo habitat ideale.
La varietà più diffusa è il Dottato. Questa particolare tipologia di fichi ha ottenuto il marchio DOP nel 2006 e si caratterizza per la sua carnosità, la presenza di pochissimi semini e per essere piacevolmente dolce.
Fichi secchi calabresi: le origini
La qualità dei fichi calabresi viene elogiata anche dall'abate Gioacchino da Fiore che nel XII secolo, parlando dei deliziosi frutti locali ne apprezza la dolcezza, la perfezione e i bellissimi colori.
I benefici dei fichi sono molteplici: sono ottimi per ridurre i sintomi di stanchezza in quanto altamente energetici e completi di tutti i nutrienti, sono ricchi di sali minerali, vitamine C e A, facilmente digeribili e ricchi di fibre. Consumare i fichi secchi, dunque, significa fare un rifornimento di sane calorie anche durante il periodo invernale.
I fichi, generalmente cotti al forno, vengono confezionati in diversi modi. Molto diffuse in Calabria sono le trecce, realizzate con fichi secchi infilzati su due stecchi alternando i frutti a destra, sinistra e centro, formando in questo modo una vera e propria treccia.
I fichi secchi vengono inoltre utilizzati per la preparazione di squisiti dolcetti, farciti con frutta secca, cioccolato e spezie. In Calabria, la preparazione di queste prelibatezze viene tramandata da generazione in generazione.
I fichi secchi ripieni, farciti generalmente con mandorle, noci o agrumi sono stati inseriti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, nell'elenco nazionale di Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).
L'usanza di far essiccare i fichi e farcirli di frutta secca, ha origini antichissime, si dice risalga addirittura all'epoca romana.
Come utilizzare i fichi secchi calabresi
Oltre ai classici fichi ripieni, in Calabria vengono preparate anche le crocette e le nocchette di fichi.
Pare che anche la preparazione delle crocette risalga ad un'epoca molta lontana. Probabilmente furono le monache che, durante il Medioevo, volendo attribuire alla ricetta una connotazione religiosa, gli conferirono la tipica forma a croce.
Così come i fichi ripieni, anche per preparare le crocette il frutto viene aperto a metà lasciando unita la parte del picciolo e lo si farcisce con mandorle, noci o buccia di agrumi, a seconda della zona di produzione. Una volta farciti, i fichi vengono poi sistemati a croce, due sotto e due sopra.
Per soddisfare anche i più golosi, tra le dolci specialità a base di fichi, si possono trovare anche quelli ricoperti di cioccolato (al latte, bianco o fondente) p quelli aromatizzati con liquori o miele.