Suino nero di Calabria: storia e caratteristiche
Il suino nero di Calabria rappresenta una delle razze suine autoctone italiane, si contraddistingue dal classico maiale, così come già il nome lascia intendere, per il mantello a setole nere e folte, in diversi aspetti fisici ricorda molto il cinghiale. Altro elemento tipico sono le orecchie, che rispetto al classico maiale tendono in avanti, quasi a coprire gli occhi e i bargigli (o margheri) presenti ai lati del collo, tipicamente due sporgenze nella cotenna dell’animale.
Questo particolare maiale trae origini nell'area mediterranea sud-europea ed africana in seguito a diversi incroci genetici, molto probabilmente tra razze del ceppo iberico e celtico, soprattutto in seguito all’avvento degli scambi commerciali con il Regno Unito, la Francia e il Portogallo.
Nel tempo il suino nero è diventato elemento fondamentale dell’economia rurale calabrese, tanto che nei secoli scorsi il suo allevamento risultava persino più remunerativo dell’agricoltura tradizionale, spesso soggetta ad annate poco felici e comunque molto più dispendiosa in termini di lavoro rispetto al pascolo brado degli animali.
Oggi in Calabria il suino nero è presente su tutto il territorio, con particolare rilevanza nelle aree silane e pre-silane, così come sui versanti dell’Aspromonte, sempre più impiegato dai salumifici locali che rispondono alla crescente domanda di salumi con carni provenienti da questo particolare maiale.
Le caratteristiche del suino nero di Calabria
Il maiale nero calabrese si caratterizza per le sue carni magre e compatte (grazie a una più elevata presenza di grassi insaturi rispetto a quelli saturi), ricche di vitamina E e D e di ferro ad elevata biodisponibilità, che vengono impiegate per la produzione di salsicce, soppressate, altri insaccati tipici e per produrre la pluripremiata ‘nduja di Spilinga, il buonissimo salame piccante spalmabile, unico nel suo genere e prodotto di spicco del nostro store online.