Gli agrumi di Calabria
La Calabria produce circa un quarto della produzione nazionale di agrumi. Reggio Calabria è la provincia con il maggior numero di aziende agrumicole, seguita da quella di Cosenza. Queste due province, grazie alla loro elevata dimensione territoriale, producono un quantitativo sempre superiore al 70% del totale per ogni specie prodotta. In tutte le province la specie più coltivata è l’arancio, seguita dalle clementine nelle province di Cosenza e Catanzaro e dal mandarino in tutte le altre.
L’importanza della Calabria nell’agrumicoltura italiana è da ricondurre prevalentemente alle clementine, di cui concentra il 63% circa della produzione totale; più ridotta invece è la presenza di arance (32%), mandarini (39,1%) e limoni (4,6%).
Agrumi di Calabria: le varietà più diffuse
Le varietà più diffuse di arance sono: biondo comune, Valencia, Washinton navel, Navelina e Ovale calabrese tra quelle a polpa bionda; tarocco, Moro, Sanguinello tra quelle a polpa pigmentata. Nella produzione di clementine, che ha superato nella piana di Sibari e a Corigliano quella di arance, la varietà più diffusa è la clementina comune, affiancata ultimamente dal Rubino a maturazione tardiva e dal Marisol a maturazione precoce. Nessuna specializzazione varietale per il mandarino, che è coltivato a varietà comune e con tecniche tradizionali nella Piana di Gioia Tauro.
La Piana di Sibari (con la produzione di Valencia, Washington navel, Navelina, Tarocco, Moro), la piana di Lamezia (con Tarocco, Valencia e Navelina) e l’area Crotonese sono caratterizzate da un’ agrumicoltura avanzata, da impianti moderni e un grado avanzato di meccanizzazione delle tecniche colturali.
Nella fascia Jonica catanzarese e reggina c’è una produzione di ottima qualità grazie alle buone conduzioni pedo-climatiche. Ciò che costituisce la specificità della produzione agrumicola calabrese è il monopolio di alcuni prodotti (cedro e bergamotto) e la maggiore qualità di altri (clementine).